Carla Porta Musa: la signora della cultura comasca

Carla Porta Musa è stata una scrittrice, poetessa e saggista comasca, vissuta per oltre un secolo, simbolo della vitalità culturale e dell’eleganza intellettuale del Novecento italiano. Nata a Como il 15 marzo 1902, è morta sempre a Como, alla straordinaria età di 110 anni, il 10 ottobre 2012.
Appartenente a una famiglia borghese colta e raffinata — suo padre era l’industriale tessile Enrico Porta e sua madre, Ernesta Rapp, una donna di grande sensibilità artistica — Carla ricevette un’educazione internazionale e multiculturale. Studiò a Losanna, Parigi e Milano, entrando presto in contatto con i fermenti intellettuali dell’epoca.
La sua scrittura è caratterizzata da uno stile nitido, delicato ma profondo. Amava i dettagli, le atmosfere, la psicologia intima dei suoi personaggi. Le sue opere raccontano il tempo che cambia, la vita quotidiana, i ricordi, le emozioni. È stata autrice di racconti, romanzi, saggi, articoli e poesie.
Tra i suoi libri più noti ricordiamo Il cortile, Diario di donne, Dentro e fuori, Duecento metri di paradiso e Racconti e una storia. La sua prosa è spesso attraversata da una malinconia lucida, ma anche da un’ironia sottile, e da uno sguardo disincantato sulla modernità.
Coltivò fino all’ultimo l’amore per la scrittura, i libri, la città di Como, di cui fu testimone attenta e affettuosa. Carla Porta Musa ha rappresentato per Como una vera e propria istituzione morale e culturale.
Le è stata dedicata la biblioteca comunale per ragazzi nel cuore della città murata, a testimonianza dell’impronta lasciata nella memoria collettiva comasca.
Donna d’altri tempi e insieme profondamente moderna, ha saputo vivere il suo lunghissimo secolo con grazia, intelligenza e spirito critico. La sua vita è stata un ponte tra epoche, tra generazioni, tra forme di espressione e pensiero.