Gigi Meroni: il calciatore beat che conquistò l’Italia

Luigi Meroni, detto Gigi, nacque a Como il 24 febbraio 1943. Calciatore, artista, anticonformista, è stato una delle figure più affascinanti e controcorrente del calcio italiano degli anni Sessanta. Il suo talento puro, il suo stile ribelle e la sua tragica scomparsa lo hanno consegnato al mito.
Cresciuto nel quartiere popolare di via Volta, Gigi perse il padre in giovane età. Per aiutare la famiglia, iniziò a lavorare come disegnatore tessile, senza mai rinunciare alla sua grande passione: il calcio. Dopo gli esordi nella squadra della sua città, il Como, passò al Genoa, dove esplose per classe e fantasia.
Nel 1964 fu acquistato dal Torino, la squadra con cui si identificò completamente. Ala destra imprevedibile, dribbling secco, corsa leggera, portava i capelli lunghi, vestiva con stile da artista bohémien, e dipingeva nel tempo libero. Fu subito soprannominato “la farfalla granata”.
In campo, Meroni era spettacolare: saltava gli avversari come fossero birilli, giocava con creatività, imprevedibilità e una visione moderna del calcio, a metà tra l’istinto e l’arte. Fu convocato anche in Nazionale, dove però il suo stile anticonformista non fu ben visto dai vertici federali conservatori.
Fu spesso paragonato a George Best, ma Gigi Meroni fu il primo vero “beat” del calcio italiano, simbolo di una generazione che voleva rompere gli schemi, anche in uno sport dominato dalla disciplina e dalla tradizione. Viveva con la sua compagna Cristiana, nonostante non fossero sposati: una scelta che fece scandalo nell’Italia dell’epoca.
Il 15 ottobre 1967, all’apice della carriera e della notorietà, fu travolto da un’auto mentre attraversava Corso Re Umberto a Torino. Aveva solo 24 anni. A investire Meroni fu un giovane tifoso granata, che lo idolatrava: Attilio Romero, che anni dopo sarebbe diventato presidente del Torino.
La sua morte fu uno shock per tutto il Paese. Il giorno dei funerali, oltre ventimila persone si riversarono per le strade di Torino per dargli l’ultimo saluto. Ancora oggi, il suo mito resiste nel cuore dei tifosi granata e degli amanti del calcio romantico.
Meroni rappresenta un’epoca e un ideale: quello di un calcio libero, fantasioso, vissuto come arte.
Como lo ha visto nascere, il Toro lo ha fatto volare. L’Italia intera lo ricorda come una farfalla che non ha avuto il tempo di posarsi.