Manlio Rho, Giuseppe Terragni, Renato Uslenghi e Mario Radice: la città del Razionalismo e dell’arte astratta

Nel cuore del Novecento, Como fu molto più di una città di provincia: divenne un crocevia vivo di avanguardie, visioni e progetti che avrebbero influenzato l’arte e l’architettura italiane (ed europee) per generazioni. A guidare questa stagione straordinaria furono intellettuali e artisti che seppero guardare al futuro senza mai rinunciare al legame con il territorio.
Giuseppe Terragni (1904–1943)
L’architetto del Razionalismo italiano
Nato a Medano di Udine ma comasco d’adozione e di formazione, Giuseppe Terragni è stato il massimo esponente del Razionalismo architettonico italiano. Il suo capolavoro, la Casa del Fascio di Como, realizzata tra il 1932 e il 1936, è considerato uno dei manifesti assoluti dell’architettura moderna. Geometria pura, trasparenza, funzionalità: in quel palazzo si respira il rigore dell’avanguardia e la tensione verso una nuova estetica civile.
Amico e collaboratore di intellettuali come Pietro Lingeri e lo stesso Mario Radice, Terragni fu anche autore di numerosi progetti urbani e residenziali, spesso rimasti solo sulla carta a causa della guerra e della sua morte prematura nel 1943. La sua eredità è viva ancora oggi in tutto il mondo.
Mario Radice (1898–1987)
Il pittore dell’astrazione lirica
Figura centrale dell’arte astratta italiana, Mario Radice fu uno dei primi a portare l’astrattismo in Italia con consapevolezza teorica e coerenza stilistica. Nato e vissuto a Como, fu tra i fondatori del Gruppo Como, che riuniva artisti e architetti accomunati dalla volontà di rinnovare profondamente l’arte e la forma.
Collaborò attivamente con Terragni, realizzando affreschi astratti per la Casa del Fascio (poi distrutti nel dopoguerra). La sua pittura, fatta di forme geometriche, colori calibrati e composizioni armoniche, si nutriva di un’intensa riflessione sull’equilibrio tra arte e architettura. Radice è oggi considerato uno dei padri dell’astrazione italiana, insieme a Licini, Melotti e Fontana.
Manlio Rho (1901–1957)
L’armonia tra colore e razionalità
Anche Manlio Rho fu uno dei principali rappresentanti del Gruppo Como e una voce fondamentale dell’arte astratta in Italia. Il suo stile, fortemente influenzato dal Bauhaus e dal Suprematismo russo (soprattutto Malevič), è fatto di campiture nette, geometrie equilibrate e un uso del colore raffinato, quasi musicale.
Rho creò un linguaggio pittorico sobrio ma potente, in cui ogni linea e ogni tonalità sembrano cercare un punto d’incontro tra emozione e logica. Le sue opere dialogano idealmente con l’architettura razionalista, in un gioco continuo di rigore e poesia visiva.
Renato Uslenghi (1905–1968)
L’intellettuale, il promotore, l’anima critica
Meno noto al grande pubblico, ma fondamentale per capire la vitalità culturale di Como in quegli anni, Renato Uslenghi fu scrittore, critico e animatore culturale. Collaborò con riviste, giornali e gruppi di artisti, e fu tra i principali interpreti teorici del Razionalismo e dell’astrattismo comasco.
Grazie alla sua opera di mediazione e promozione, molti dei progetti e delle idee nate a Como riuscirono a trovare spazio e visibilità nel panorama culturale nazionale. Uomo colto, ironico e appassionato, fu la voce critica di un ambiente in fermento, e contribuì a consolidare il legame tra avanguardia e città.
Como laboratorio d’avanguardia
Questi quattro nomi — Terragni, Radice, Rho e Uslenghi — non sono solo protagonisti isolati, ma i punti cardinali di un sistema culturale che ha fatto di Como un laboratorio d’avanguardia, in grado di anticipare tendenze e influenzare l’immaginario moderno ben oltre i confini locali.
Ancora oggi, passeggiando per la città, tra geometrie razionaliste, mostre astratte e biblioteche silenziose, si percepisce l’eco di quella stagione. Una stagione in cui Como non si limitò ad osservare il futuro: lo costruì.
Fammi sapere se vuoi un approfondimento su uno dei quattro, una versione per schede didattiche o una trasposizione in inglese.
Nel cuore del Novecento, Como fu molto più di una città di provincia: divenne un crocevia vivo di avanguardie, visioni e progetti che avrebbero influenzato l’arte e l’architettura italiane (ed europee) per generazioni. A guidare questa stagione straordinaria furono intellettuali e artisti che seppero guardare al futuro senza mai rinunciare al legame con il territorio.
Giuseppe Terragni (1904–1943)
L’architetto del Razionalismo italiano
Nato a Medano di Udine ma comasco d’adozione e di formazione, Giuseppe Terragni è stato il massimo esponente del Razionalismo architettonico italiano. Il suo capolavoro, la Casa del Fascio di Como, realizzata tra il 1932 e il 1936, è considerato uno dei manifesti assoluti dell’architettura moderna. Geometria pura, trasparenza, funzionalità: in quel palazzo si respira il rigore dell’avanguardia e la tensione verso una nuova estetica civile.
Amico e collaboratore di intellettuali come Pietro Lingeri e lo stesso Mario Radice, Terragni fu anche autore di numerosi progetti urbani e residenziali, spesso rimasti solo sulla carta a causa della guerra e della sua morte prematura nel 1943. La sua eredità è viva ancora oggi in tutto il mondo.
Mario Radice (1898–1987)
Il pittore dell’astrazione lirica
Figura centrale dell’arte astratta italiana, Mario Radice fu uno dei primi a portare l’astrattismo in Italia con consapevolezza teorica e coerenza stilistica. Nato e vissuto a Como, fu tra i fondatori del Gruppo Como, che riuniva artisti e architetti accomunati dalla volontà di rinnovare profondamente l’arte e la forma.
Collaborò attivamente con Terragni, realizzando affreschi astratti per la Casa del Fascio (poi distrutti nel dopoguerra). La sua pittura, fatta di forme geometriche, colori calibrati e composizioni armoniche, si nutriva di un’intensa riflessione sull’equilibrio tra arte e architettura. Radice è oggi considerato uno dei padri dell’astrazione italiana, insieme a Licini, Melotti e Fontana.
Manlio Rho (1901–1957)
L’armonia tra colore e razionalità
Anche Manlio Rho fu uno dei principali rappresentanti del Gruppo Como e una voce fondamentale dell’arte astratta in Italia. Il suo stile, fortemente influenzato dal Bauhaus e dal Suprematismo russo (soprattutto Malevič), è fatto di campiture nette, geometrie equilibrate e un uso del colore raffinato, quasi musicale.
Rho creò un linguaggio pittorico sobrio ma potente, in cui ogni linea e ogni tonalità sembrano cercare un punto d’incontro tra emozione e logica. Le sue opere dialogano idealmente con l’architettura razionalista, in un gioco continuo di rigore e poesia visiva.
Renato Uslenghi (1905–1968)
L’intellettuale, il promotore, l’anima critica
Meno noto al grande pubblico, ma fondamentale per capire la vitalità culturale di Como in quegli anni, Renato Uslenghi fu scrittore, critico e animatore culturale. Collaborò con riviste, giornali e gruppi di artisti, e fu tra i principali interpreti teorici del Razionalismo e dell’astrattismo comasco.
Grazie alla sua opera di mediazione e promozione, molti dei progetti e delle idee nate a Como riuscirono a trovare spazio e visibilità nel panorama culturale nazionale. Uomo colto, ironico e appassionato, fu la voce critica di un ambiente in fermento, e contribuì a consolidare il legame tra avanguardia e città.