x
Sun, Apr 13, 2025
Editoriali

Giardini a lago, parlano gli avvocati Maria Cristina e Massimo Forgione: «Nessuna imposizione del TAR, la responsabilità è tutta del Comune»

Giardini a lago, parlano gli avvocati Maria Cristina e Massimo Forgione: «Nessuna imposizione del TAR, la responsabilità è tutta del Comune»
  • PublishedAprile 12, 2025

Dopo la notizia riportata da ComoZero secondo cui il Comune di Como era perfettamente a conoscenza da mesi delle gravi criticità legate al cantiere dei giardini a lago, pur continuando a pagare la ditta per oltre 370mila euro, abbiamo chiesto un parere tecnico-legale agli avvocati Maria Cristina e Massimo Forgione. I due legali, dopo aver analizzato nel dettaglio la recente sentenza del TAR, offrono una ricostruzione molto diversa da quella finora sostenuta dal sindaco. Ecco cosa ci hanno detto.

Avvocati Forgione, avete avuto modo di approfondire la recente sentenza del TAR sui giardini a lago?

Sì, l’abbiamo letta con attenzione, proprio per cercare di fare chiarezza su un caso che ha generato non poca confusione. Il TAR non ha obbligato il Comune di Como a stipulare alcun contratto con la seconda classificata. Dire il contrario sarebbe falso. I cittadini hanno bisogno di chiarezza.

Qual era, secondo la vostra analisi, il nodo centrale della controversia?

La questione riguardava l’esclusione dalla graduatoria dell’impresa Helios, a cui il Comune contestava la mancanza della categoria OS24 – relativa ai lavori di verde e arredo urbano – con classifica III, necessaria per appalti fino a 1.033.000 euro.

Ma allora il TAR ha imposto l’affidamento alla Helios?

Assolutamente no. È importante chiarire questo punto: il TAR non ha imposto nulla. Dalla lettura della decisione si evince che è stato l’Ente pubblico territoriale, agendo in autotutela, a revocare la precedente delibera di esclusione, decidendo quindi autonomamente di procedere alla stipula del contratto. Il TAR, di fatto, non ha mai ordinato l’aggiudicazione o vincolato l’Ente in alcun modo. Il procedimento si è chiuso perché il Comune ha scelto di chiuderlo, non per ordine del giudice.

Che implicazioni ha questa scelta?

Una sola, ma molto chiara: la responsabilità dell’affidamento dei lavori alla ditta oggi inadempiente ricade interamente sul Comune. Non è corretto, né giuridicamente né politicamente, scaricare la colpa sul TAR. La scelta è stata compiuta in piena autonomia dall’amministrazione.

Ci sono altri aspetti critici che emergono dalla vicenda?

Sì, almeno due. È possibile che il bando fosse mal strutturato fin dall’inizio, permettendo la partecipazione anche ad aziende prive di mezzi e personale adeguati, oppure che l’istruttoria condotta dai responsabili sia stata poco accurata. In entrambi i casi, la gestione della gara appare preoccupante. È grave che sia bastata un’inchiesta giornalistica a sollevare dubbi fondati sulla solidità della ditta incaricata e a costringere il Comune alla revoca.

È possibile che si sia agito con troppa fretta?

Senza dubbio. La fretta, forse dettata dalla necessità di rispettare tempistiche politiche, ha portato il Comune a procedere con l’affidamento senza attendere l’esito del giudizio amministrativo. E soprattutto, sotto il profilo difensivo, l’Ente non è stato in grado di costruire un’analitica e puntuale istruttoria. Se si fosse scelto di proseguire il giudizio avanti al TAR con tutti gli elementi disponibili, i tempi si sarebbero allungati, certo, ma forse oggi non ci troveremmo di fronte a un’opera bloccata e a un cantiere problematico.

Un’ultima domanda: che ne pensate del paragone con la vicenda del Luna Park?

È un confronto inevitabile. Nel caso del Luna Park, nonostante la consapevolezza di una posizione giuridica e giudiziale debole, il Comune ha continuato ad opporsi in modo ostinato, sollevando ogni cavillo possibile – ma non le prove granitiche richieste nell’ambito di un giudizio amministrativo – e non ricorrendo mai all’autotutela. Perché, invece, per i giardini a lago si è deciso di chiudere subito il procedimento? Questa disparità di comportamento lascia più di un dubbio.

Written By
Alessandro Nardone

Coordinatore cittadino di Fratelli d'Italia, consulente strategico, keynote speaker e autore di 12 libri, Alessandro Nardone è considerato uno dei massimi esperti italiani di politica americana. Ha seguito come inviato le campagne elettorali di Donald Trump e Volodymyr Zelensky per testate come Vanity Fair, e la sua candidatura fittizia alle primarie repubblicane del 2016, sotto lo pseudonimo di Alex Anderson, è diventata un case study globale. Nardone scrive per La Voce del Patriota e partecipa a numerosi programmi Rai e Mediaset come analista di politica americana, comunicazione e innovazione.