Il Teatro Politeama

A Como c’è un bene culturale nel cuore della città che attende di essere salvato a nuova vita: lo storico Teatro Politeama. Inaugurato il 14 settembre 1910 con La Bohème di Giacomo Puccini, non si mancò di sottolineare la perfetta rispondenza dell’edificio alle esigenze di un teatro popolare. Positive furono le reazioni ai locali destinati alle funzioni collaterali: il ristorante venne inaugurato tra il giubilo generale con un banchetto di 130 coperti.
Il Politeama ha chiuso definitivamente i battenti all’inizio del 2005. All’ingresso si distingue ancora la locandina dell’ultimo film proiettato, The Aviator di Martin Scorsese. Sicuramente è prioritario restaurare la sala, attualmente dotata di 433 posti. Se continua a essere ignorato, rischia di trasformarsi in un ulteriore monumento lasciato andare in rovina.
Quando si mette piede in sala, il fascino delle decorazioni liberty e della copertura apribile progettata dal celebre architetto Federico Frigerio ancora prevale sul degrado, che però avanza a passi da gigante. Ma avventurandosi nel retropalco e salendo nelle stanze ai piani superiori, fino a sbucare sul tetto, sembra di essere in un film malinconico e struggente. I camerini e le stanze (in tutto 11 camere e 3 appartamenti) hanno ospitato tanti celebri protagonisti della musica, del teatro e dell’operetta.
Il Teatro Politeama, ubicato nella città di Como all’incrocio tra viale Cavallotti, via Tolomeo Gallio e via Alfredo Oriani, appena fuori le vecchie mura della città, sorge su un terreno comunale un tempo adibito a caserma per il reggimento di fanteria. Agli inizi del ’900, Como era nel pieno dello sviluppo economico e questo “favorì il moltiplicarsi delle sale di proiezione: alla fine del 1907 erano già tre, cui si affiancava saltuariamente anche il Teatro Cressoni (poi Cinema Centrale). Nel 1910 si costruisce il Politeama, un teatro caratterizzato da nuove soluzioni architettoniche in grado di valorizzare al massimo le rappresentazioni di prosa e opera lirica, nonché di accogliere spettacoli vari, tra cui il circo”.
All’interno, oltre alla sala teatrale con una capacità di ben 1300 persone (al tempo dell’inaugurazione), si trovavano camerini, 14 stanze d’albergo (per lo più destinate ad attori e teatranti), un bar e un ristorante. Era considerato un teatro innovativo: tolte le poltrone della platea, poteva ospitare spettacoli circensi. L’architetto Frigerio studiò nei minimi dettagli le modalità per far entrare animali di grossa taglia all’interno, realizzando sul fronte secondario (via Oriani) un grosso portale d’accesso al sottopalco. Questo fu realizzato in legno con struttura a travi e pilastri completamente smontabili.
Nel 1938, lo stesso Frigerio progettò un cinema all’aperto, mai realizzato, nello spazio tra il retro del Politeama e via Oriani. Il foyer e il guardaroba sono rialzati rispetto all’ingresso di circa 93 cm. Da qui si accede alla platea, oppure, tramite due scale (una a destra e una a sinistra), alla prima balconata e ai palchi. La seconda balconata è accessibile da una scala sul retro della biglietteria, ed è dotata di sedute simili a panche in legno, meno confortevoli rispetto al resto del teatro.
La struttura è realizzata con pilastri, travi primarie e secondarie e solai di 10 cm di spessore, secondo il sistema innovativo in conglomerato cementizio armato “Hennebique”. Il palco, rialzato di circa 130 cm rispetto alla platea, è interamente in legno. Nel fondo “Architetto Frigerio” sono conservati disegni e progetti preparatori del Politeama, con studi dettagliati sulla capienza e piante e prospetti in scala 1:50.
Il teatro fu chiuso nel maggio 1985 per inadeguatezza alle norme di sicurezza; riaprì nel 1988, ma solo per la platea e la balconata e limitatamente agli spettacoli cinematografici, fino alla chiusura definitiva del 2005. L’allora proprietario Alfredo Gaffuri lasciò in eredità al Comune la quota di partecipazione detenuta: l’81,6325% del cineteatro. La restante quota del 18,37% era suddivisa tra 67 privati cittadini.
Il Comune di Como è proprietario dell’ex cinema teatro Politeama. Il teatro è stato acquistato dal Comune all’asta nel 2022, l’unica busta all’asta era quella del Comune. Il sindaco aveva spiegato che l’acquisto era dovuto a diverse ragioni, tra cui la necessità di riqualificare l’area e riutilizzare il teatro per attività culturali. Alla fine i sogni hanno lasciato lo spazio alla realtà e soprattutto ai conti: secondo le stime dei periti per salvare la struttura e riaprirla servirebbe un investimento compreso tra i 30 e i 50 milioni. Ma il restauro di un teatro comporta confronti con la Sovrintendenza. L’ultima parola spetterà al futuro acquirente, da scegliere attraverso un’asta, le offerte dovrebbero partire da 3,8 milioni.
Sul Politeama si è scritto molto: ricordi, emozioni. Devo ringraziare Fabio Cani, storico ed editore di NodoLibri, che al Politeama ha dedicato un capitolo del volume da lui curato “Federico Frigerio. Il lato tradizionale del nuovo”, di prossima pubblicazione. Ringrazio anche la dott.ssa Elisabetta Bonini per la sua tesi “Il Politeama di Como: ipotesi per un recupero”, e il prof. Paolo Faccio del Dipartimento di Architettura – Costruzione Conservazione dell’Università IUAV di Venezia.
È in corso una tesi di laurea di Mariagrazia Angelo e Delphine Aboohi, con relatore il prof. Arnaldo Arnaldi del Politecnico di Milano, incentrata sul recupero del Politeama e la sua trasformazione in scuola di alta formazione per danza contemporanea e danzaterapia. Il titolo del progetto è “Digressione Assonante – danzando al Politeama di Como”, con l’idea di affiancare al teatro un nuovo volume nell’area attualmente adibita a parcheggio, nel rispetto dei caratteri storici e architettonici dell’esistente.
È stato pubblicato anche un volume a cura di studenti del Politecnico di Lecco: Arianna Di Paola, Simone Conti e Omar Ferloni.
Il Politeama assolveva alle funzioni di teatro per lirica e prosa, ma anche di cinema (il debutto fu il 15 aprile 1911 con una proiezione dedicata all’Inferno di Dante Alighieri), di circo (dal 1914 al 1936, a cadenza quasi annuale), di Café chantant, caffè, ristorante e foresteria per compagnie teatrali. Negli anni Venti e Trenta fu spesso sede di comizi, assemblee e riunioni pubbliche. Per il Café chantant fu ipotizzato, alla fine degli anni Trenta, un ampliamento con una nuova platea da circa 700 posti, mai realizzato.
Per decenni fu gestito dai fratelli Alfredo ed Ettore Marcenaro, poi dalla famiglia Gaffuri. Nel secondo dopoguerra conobbe un grande favore popolare grazie all’alternanza di generi: cinema, teatro, rivista, musica. Memorabili le recite di Emma Gramatica, gli spettacoli futuristi (come La simultanina nel 1919), l’unico concerto comasco di Duke Ellington, le riviste con Macario. Più di recente, alcuni grandi eventi dell’Autunno Musicale (tra cui Il consenziente e il dissenziente di Brecht con regia di Massimo Castri), e l’unico spettacolo a Como di Franca Rame.
Negli ultimi anni fu prevalentemente sala cinematografica, ospitando però anche prime cittadine importanti come Ultimo Tango a Parigi o Cane di Paglia. I camerini e le stanze che ospitarono artisti come Pirandello, Macario, Duke Ellington, Ornella Vanoni e Adriano Celentano oggi hanno persiane ridotte a scheletri.
Storica la serata del 1911 con Filippo Tommaso Marinetti, fondatore del Futurismo. All’interno furono girate scene del film Il capitale umano di Paolo Virzì, vincitore di numerosi David di Donatello. Virzì stesso disse: “Spero che il Politeama possa presto tornare in scena. È uno scandalo che una città così ricca lasci andare un teatro tanto importante. È un vero gioiello, ed è un autentico peccato che venga trascurato così.”
Oggi i muri perdono calcinacci e sul tetto l’impermeabilizzazione si è in buona parte staccata. La messa in sicurezza della copertura e delle facciate è urgente. Negli anni si sono susseguiti diversi progetti, tra cui quello del Conservatorio “Giuseppe Verdi” e del Politecnico di Milano, approvato dal MIUR, e quello del 2008 proposto da un team composto da docenti di Brera, Mendrisio e del Politecnico.
Como ha oggi l’occasione di dimostrare di non essere più la “bella addormentata del Lario”, ma di voler cambiare passo. L’occasione si chiama Politeama. Un teatro con più di cento anni di storia. Per restituirgli vita servono due cose che troppo spesso sono mancate in riva al Lario: la capacità di fare squadra e la volontà politica. I soldi si trovano solo se ci sono queste due condizioni. Serve creare rete tra associazioni culturali ed enti cittadini, come è accaduto in altri casi: l’esempio più celebre è il Politeama di Prato, recuperato con l’azionariato popolare, il sostegno delle istituzioni e una gestione sostenibile.
Oggi Como ha una nuova occasione.